LA SFIDA TITANICA DI JAVIER MILEI PER CAMBIARE L’ARGENTINA

LA SFIDA TITANICA DI JAVIER MILEI PER CAMBIARE L’ARGENTINA
di Elena Vigliano
Javier Milei ha di fronte a sé un compito titanico, quello di rilanciare la terza economia dell’America latina.
L’Argentina è un Paese che dovrebbe navigare nelle fasce alte del benessere mondiale, ma è un Paese con il 50% di poveri, ha una inflazione su base annua che in ottobre ha raggiunto il 143% in quanto il debito pubblico è classificato CCC dalle agenzie di rating, ovvero “spazzatura” e quindi ha difficoltà a finanziarsi sui mercati internazionali: quindi Buenos Aires ha stampato moneta per finanziare la spesa pubblica, generando una enorme inflazione. La situazione è talmente grave che nessuno può conoscere gli effetti.
A Milei mancano i numeri in Parlamento e per concretizzare il suo programma, avrà bisogno del sostegno del centrodestra che gli ha già permesso di vincere ballottaggio presidenziale. Questo sostegno rischia di annacquare, di attenuare il suo programma politico, ma la politica funziona così è una coperta corta, non riesce a coprire tutto.
Il governi peronisti , che hanno causato l’attuale situazione hanno beneficiato all’inizio del secolo di un decennio di straordinaria opportunità economica, visto il prezzo alle stelle delle materie prime che l’Argentina esporta. Ma che uso hanno fatto di queste risorse? Purtroppo, invece di farne un uso produttivo a lungo periodo, hanno coltivato le loro clientele con piani assistenziali, con un atteggiamento anticapitalista di chiusura autarchica all’interno. E oggi i nodi sono venuti al pettine, con un Paese che ha un’inflazione a tre cifre, una disoccupazione elevatissima, i giovani delle classi medie che fuggono all’estero.
Milei è stato chiaro: “Il nostro asse principale è la libertà individuale e il libero commercio, la pace, e la sua audace proposta di “dollarizzazione” del Paese latino americano. Milei ha fatto della sostituzione del peso argentino con il dollaro USA uno dei pilastri della sua campagna elettorale. Questa proposta, già discussa negli anni Novanta, mira a risolvere problemi come l’inflazione, la perdita di fiducia nella moneta nazionale e la fuga di capitali La logica dietro la dollarizzazione è chiara: eliminare il rischio di svalutazione improvvisa, aumentare la fiducia degli investitori esteri, ridurre il servizio del debito e stimolare la crescita economica.
Tuttavia, la transizione non è priva di sfide. La gestione economica disastrosa del passato ha azzerato le riserve della banca centrale, creando incertezza su come Milei possa ottenere la liquidità iniziale in dollari.
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